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Shojin Ryori

Cibo forte rende la gente forte, cibo equilibrato rende le persone equilibrate, e le persone forti ed equilibrate possono creare un mondo sano e pacifico!

Nel 676 d.C. l’imperatore giapponese Tenmu proibì il consumo di carne e pesce in tutto il paese, un paese che non consumava già comunque alcun cibo derivante da latte.

L’imperatore divenne buddhista e quindi vegetariano e l’intero paese seguì il suo esempio. Da questa data in poi il Giappone ha sviluppato uno stile noto come “Shojin Ryori”; (ryori significa cucina o cucinare), originario del Giappone. La parola “shojin” è una traduzione giapponese di “vyria” in Sanscrito, che significa “coltivare la bontà e tenere lontani i mali”.

Shojin Ryori è una cucina virtuosa, che crea individui pacifici e spirituali ed è ovviamente vegana. I sacerdoti buddisti delle sette Tendai-shu e Shingon-shu, i cui fondatori studiarono in Cina nel IX secolo prima di fondare le rispettive sette, hanno tramandato pratiche di cucina vegetariana dai templi cinesi in stretta conformità con gli insegnamenti del Buddha.

Nel XIII secolo, Dogen, il fondatore della setta Soto dello Zen, istituì formalmente Shojin Ryori o cucina vegetariana giapponese. Dogen ha studiato e imparato gli insegnamenti Zen in Cina, durante la dinastia Sung. Stabilì delle regole volte a stabilire le abitudini alimentari di una vita vegetariana pura come mezzo per allenare la mente.

La carne è stata consumata in Giappone solo negli ultimi 120 anni.

In Giappone la necessità di una dieta vegana forte, in grado di riscaldare e rafforzare il corpo ha dato origine a una serie di cibi e piatti speciali. Il vero Samurai si è spinto al limite di ciò che è fisicamente e mentalmente possibile e questo richiede veramente “cibo forte”. Il primo di questi alimenti è il riso integrale a chicco tondo, l’alimento base della dieta giapponese. Esistono molte forme di riso, da quello a chicco tondo del Giappone al riso basmati in India ed è interessante e significativo notare che con l’aumento della temperatura media annuale il chicco diventa più lungo.

Il riso integrale era il cibo più consumato in Giappone fino a quando il processo di raffinazione non è diventato più diffuso poco più di un secolo fa. Questo riso a grani corti veniva cotto in pentole a pressione (o pentole con coperchi pesanti) per un’ora o più, rendendolo ancora più energetico e riscaldante. Altri cereali erano presenti ma consumati molto meno del riso: il vero samurai si è nutrito con riso integrale.

La dieta vegana del Giappone ha anche portato allo sviluppo di condimenti speciali, condimenti capaci di aggiungere forza ed energia alla dieta di base vegetale. Uno dei condimenti più potenti legati all’evoluzione della dieta giapponese è il miso. Altri condimenti simili al miso sono la salsa di soia naturale chiamata shoyu o tamari. Questi sono tutti prodotti che hanno alla base fagioli di soia insieme ad alcuni cereali (il tamari è fatto esclusivamente di soia) che sono cotti e salati (sono condimenti salati) e lasciati invecchiare per almeno un anno e spesso di più. Un tipo di miso viene invecchiato con tonnellate di pietre pesanti sopra il coperchio del barile di fermentazione. Questa cottura, salatura e invecchiamento (e in alcuni casi l’uso di forti pressioni) sono metodi per trasformare l’umile fagiolo in un condimento super- carico. Il miso è la base di una zuppa, una zuppa da samurai – zuppa di miso – consumata giornalmente in Giappone da quasi tutti, ed ha un tremendo potere di guarigione. Essa rafforza tutto l’organismo e aiuta a prevenire e combattere tutti i tipi di problemi, dal cancro al mal di testa. È particolarmente efficace per mantenere la forza e la salute dell’apparato digerente. Esistono molti tipi diversi di miso e spesso hanno identità simili ai vini europei, collegate a regioni specifiche e realizzate da famiglie divenute famose nei secoli.

Lo shoyu e il tamari sono fatti con un processo simile e hanno vantaggi simili per la salute e la vitalità. Va detto che i prodotti di salsa di soia più popolari in vendita in tutto il mondo sono per lo più di qualità inferiore, di solito fermentati solo per poche settimane invece di un anno o più. Fortunatamente i prodotti di alta qualità sono disponibili nei negozi di alimenti naturali e dovrebbero essere ricercati con cura.

Le prugne Umeboshi sono prodotti simili di qualità vegetale che sono stati sviluppati nel corso dei secoli in Giappone per aggiungere forza alla dieta. Sono infatti una specie di albicocca che viene raccolta a inizio estate ben prima della maturazione e messa in salamoia (circa il 20% di sale) per un paio di mesi. Questo prodotto unico è un altro fattore che aggiunge forza al sistema immunitario e mantiene forte la digestione e la flora intestinale.

Miso, shoyu, tamari e umeboshi sono prodotti unici che hanno sviluppato con la tradizione vegana buddista del Giappone e sono cresciuti in popolarità nel resto del mondo fino al punto in cui vengono ora prodotti in molti paesi diversi con la cura e le tradizioni di veri Samurai.

Un’ altra delle tradizioni alimentari giapponesi è il loro uso di verdure, specialmente radici in particolare. Le radici sono le più resistenti di tutte le verdure in quanto conferiscono forza nel profondo del corpo, aiutando i reni, il sistema riproduttivo e immunitario e dando forza alle gambe. I giapponesi hanno un detto che riflette il potere delle radici – se un uomo non mangia o non ama le carote, probabilmente non ama le donne. Carote, daikon (un ravanello gigante), rape, bardana e loto sono tutte radici comuni alla dieta tradizionale giapponese e moderna. Ai Samurai piacciono le radici. Verdure rotonde come zucca, cavoli e cipolle sono ampiamente utilizzate insieme alle foglie verdi degli ortaggi a radice, il tutto combinato per creare una dieta a base vegetale ricca non solo di nutrienti e sapori ma di forza vitale e potere riscaldante.

Il Giappone è un’isola densamente popolata che è per lo più ricoperta di montagne, con il conseguente utilizzo della maggior parte della terra abitabile per le case e la coltivazione di cereali (riso in particolare). C’è sempre stata poca terra disponibile per la coltivazione di frutta e nemmeno per le verdure ed è per questo motivo che le persone sono andate al mare per trovare le loro verdure sotto forma di alghe o verdure di mare. Le verdure di mare sono piante piene di minerali in grado di combattere l’acidità e creare ossa e sangue forti. Le principali verdure marine includono:

Nori – una alga leggera utilizzata in molti piatti tra cui sushi; utile per la pelle e i vasi sanguigni.

Kombu – alga salata utilizzato in cucina e nella creazione del famoso brodo giapponese Dashi che è onnipresente nella cucina tradizionale.

Wakame – comprende molte varietà diverse e viene utilizzata quotidianamente nella zuppa di miso.

Arame e Hiziki sono alimenti più forti che hanno anche proprietà forti e profondamente rafforzanti. Le verdure di mare sono state tradizionalmente utilizzate in molti altri paesi (gli antichi Romani le usavano nelle loro legioni come parte della razione) e sono diventate ancora più popolari grazie alla dieta giapponese.

Insieme a ingredienti unici, i Giapponesi hanno anche creato un loro proprio uso di cibi e combinazioni alimentari, come tutte le grandi culture, con un’enfasi sulla frittura in immersione e piatti che possono scaldare il corpo come il Tempura. La salamoia o fermentazione al sale è un’arte importante nella cucina giapponese, si trova in tutto l’oriente e viene utilizzata per tutti i tipi di prodotti a base di piante, dalla frutta (come l’ umeboshi) alle verdure. La Fermentazione può aggiungere proprietà speciali agli alimenti e nel processo si creano vitamine extra, utili nei mesi invernali quando i cibi freschi sono più scarsi. La fermentazione data dalla salamoia (Pickles o insalatini) crea lactobacilli che sono vitali per mantenere forte la flora intestinale.

La dieta dei samurai vegani nutre tutti gli aspetti della vita e abbiamo migliaia anzi milioni di persone a riprova di questo fatto nel corso dei secoli. Persone che hanno creato forme d’arte uniche, architettura e disegno ammirati in tutto il mondo e profonde tradizioni spirituali, nonché una mentalità collettiva di solidarietà nei momenti di difficoltà su un’isola scossa da frequenti terremoti, tempeste e tsunami.

Chiunque sia interessato all’alimentazione vegana o vegetariana ha molto da imparare dalla storia della dieta giapponese.

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Liberamente tratto dal libro “Vegan Samurai”

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