Si parte!
L’itinerario di oggi prende il via dal Passo di Zambla (m.1238) dove si posteggiata l’auto di fronte al ristorante Al Trapper. Lì troviamo subito le indicazioni per la nostra ascensione. Dopo poco più di un chilometro raggiungiamo il Passo della Crocetta e successivamente l’attacco del sentiero, posto alla nostra sinistra e marchiato dal segnavia CAI 501 in direzione Calchera.
Il tracciato sale ripido nel fresco bosco, fino a sbucare in prossimità di un vallone, si risale quindi a zig zag, costeggiando una parete di roccia dove sono state recentemente aperte alcune vie di arrampicata. Dopo circa un’ora di cammino raggiungiamo il Col dei Brassamorti 1755m posto alla sommità del vallone. Continuiamo a seguire le indicazioni fino alla Baita Nembrini. Dalla Baita Nembrini riprendere il sentiero principale e raggiungere il vicino Passo la Forca 1848 m da dove ci troviamo di fronte a una scelta. A destra si snoda il sentiero, facile e adatto a tutti, che conduce a Cima la Croce (m.1970), seconda vetta in ordine di altezza del Monte Alben. Risalendo le cresta tra erbe e roccette è facilmente raggiungibile in circa 15 minuti. Alla nostra sinistra invece, parte il sentiero classificato per Escursionisti Esperti, che conduce alla vera vetta della nostra montagna.
Il sentiero diventa ora più impegnativo ma divertente, con facili passaggi tra le rocce che in alcuni casi richiedono l’uso delle mani. Raggiungeremo la vetta, che resta nascosta fino agli ultimi metri, dopo un’altra mezz’ora di cammino. Il panorama come sempre ripaga dagli sforzi. Davanti a noi spiccano, in sequenza, le cime che fanno da teatro al M.A.G.A., celebre corsa in montagna che concatena il Monte Menna, il Pizzo Arera (che con i suoi 2540 metri domina sulla vallata), il Monte Grem e per ultimo il Monte Alben. Sulla larga vetta troviamo ad accoglierci una grande croce in ferro e la pace che solo una montagna può regalare.
La salita di entrambe le vette tocca i 15 chilometri di cammino e gli 800 metri di dislivello, rendendo così il Monte Alben accessibile alla maggior parte degli escursionisti in circa tre ore e mezza di cammino per la sola andata. Il ritorno avviene sul percorso comune all’andata.
La Montagna è Magica!
Montagne tra Storia e Leggenda
Le nostre montagne sono molto spesso teatro di storie e leggende, frutto della fantasia popolare. Si racconta tutt’ora che in certe giornate di pioggia, nel luogo denominato Cavagna Rotta lungo le pendici del monte Alben, si senta il pianto di un bambino accompagnato da una voce dolcemente triste, che si diceva fosse quella della madre che cantava la ninna nanna per addormentarlo. La leggenda racconta che un carbonaio che viveva poco distante, dapprima annoiato e poi irritato dal pianto del bambino di pochi mesi, lo avesse strappato brutalmente dalle braccia della madre e ficcato nella bocca del suo poiat (fornace da carbone) già accesa, facendo poi lo stesso con la donna in lacrime. La fantasia popolare ha trasformato la voce del vento in quella del bambino e di sua madre e la fiaba ha acquistato negli anni un carattere tragico, diventando la tipica storia destinata, probabilmente, ai bambini un po’ troppo capricciosi!