La Psicosintesi è un metodo psicologico a cui è approdato Roberto Assagioli, medico psichiatra e psicoterapeuta, vissuto tra il 1888 ed il 1974. In tale metodo egli ha cercato di unire, sintetizzare, tutte le ricerche, gli studi effettuati nel campo psichico sia occidentali, sia orientali. Concezione dell’uomo quale essere bio-psico-spirituale. Concezione dinamica della vita psichica quale lotta fra una molteplicità di forze contrastanti e un centro unificatore che tende a comporle in armonia. Concepita, svolta e praticata da Roberto Assagioli, che ne ha usato pubblicamente il nome dal 1926, può venir considerata come l’espressione individuale di un più vasto principio, di una legge generale di sintesi inter-individuale e cosmica. È poi un insieme di metodi di azione psicologica volti a favorire e a promuovere l’integrazione e l’armonia della personalità umana. I suoi scopi possono essere riassunti in: conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso. (R. Assagioli – Comprendere la psicosintesi – Ed. Astrolabio)
La psicosintesi esplora l’uomo nella sua interezza, considerandone non solo gli aspetti psichici e transpersonali ma anche quelli fisici, legati al corpo e ai suoi impulsi: ‘psicosintesi’ è il termine usato per brevità in luogo del più lungo, ma completo, ‘biopsicosintesi’. Quindi, guardare ‘tutto’ l’uomo significa riconoscere quali e quante richieste di espressione lo abitano. La psicosintesi è una possibilità per evolvere, per crescere interiormente durante tutto l’arco della vita; l’invito è di conoscere se stessi. L’unità è dunque possibile. Ma rendiamoci conto che essa non è un punto di partenza, non è un dono gratuito; è una conquista, è l’alto premio di una lunga opera. (R. Assagioli – Psicosintesi. Per l’armonia della vita – Ed. Astrolabio)
Assaggioli affermava che l’essere umano ha un Animo Molteplice, ovvero: siamo il risultato di vari elementi che ci costituiscono, elementi del passato come le eredità remote, cioè tutto quello che ci portiamo dietro nella lunga evoluzione della specie, le eredità familiari, ciò che ci è stato insegnato, e quello che siamo veramente noi, oltre a tutto quello che ci arriva dall’Inconscio Collettivo con il quale siamo perennemente in contatto. Psichicamente non siamo dei “sistemi chiusi” c’è un continuo scambio per osmosi tra la nostra coscienza e quella degli altri (Inconscio Collettivo). Il risultato di questo Animo Molteplice è che spesso siamo persone differenti a seconda dei ruoli che ricopriamo e anche a seconda di come gli altri ci vedono e ci riconoscono. In ufficio, a casa, come figli, come genitori, noi siamo dominati da tutto quello con cui il nostro Io si identifica, si formano così delle Subpersonalità. Insomma, in noi pare ci sia un grande affollamento ma Assagioli dice: “La molteplicità è grande, i conflitti sono numerosi, ma la molteplicità è anche ricchezza”.
CENNI BIOGRAFICI su ROBERTO ASSAGIOLI. Roberto Marco Grego nasce a Venezia il 27 febbraio 1888, da genitori ebrei. Nel 1890 perde improvvisamente il padre e la madre conosce il medico Emanuele Assagioli, che sposa nel 1891. Nel 1904 la famiglia si trasferisce a Firenze, dove Roberto Assagioli s’iscrive alla Facoltà di Medicina, rivolgendo ben presto la sua attenzione alla psichiatria. Risale a questo periodo l’attenzione per la filosofia orientale, in particolare indiana; si avvicina alla teosofia, studia ed approfondisce discipline filosofiche, religiose e mistiche. Contemporaneamente, viene a conoscenza delle teorie di Freud, che iniziano a diffondersi. Conosce Freud, con cui intrattiene rapporti epistolari, frequenta la clinica psichiatrica di Zurigo, il Burghölzli, dove conosce Jung, scrive la sua tesi di laurea sulla psicanalisi con la supervisione di Jung, e diventa il primo psicanalista in Italia. Freud conta su di lui per la diffusione della psicanalisi in Italia. Nel frattempo scrive, collabora a diverse riviste e, negli anni successivi, ne fonda una propria, “Psiche”. Già molto presto, nei suoi articoli appaiono quelli che saranno gli aspetti fondamentali della psicosintesi. Pur nutrendo grande rispetto e ammirazione per Freud e le sue scoperte, Assagioli si rende conto che la psicanalisi è limitante, in quanto si occupa soltanto, o quasi, degli aspetti inferiori della psiche: “non c’è soltanto questo aspetto nella nostra psiche; nell’edificio psichico non ci sono soltanto i sottosuoli malsani da risanare, ma anche i vari piani, e infine gli attici luminosi con ampie terrazze, ove si ricevono i raggi vivificanti del sole, e la sera si possono contemplare le stelle…”.
Si distacca quindi dal movimento psicanalitico, e rivolge la sua attenzione agli aspetti di salute, di potenzialità, di crescita, insiti nell’essere umano. In questo senso è stato un vero pioniere, un precursore, aprendo la strada a quelle che saranno le correnti di psicologia umanistiche e trasnpersonali. Al termine della guerra, Assagioli si sposa e si trasferisce a Roma, dove fonda il suo Istituto e dove inizia a esercitare l’attività di psicoterapeuta. Uomo di vastissima cultura, in questi anni consolida il suo pensiero. É un periodo intenso di studio, di lavoro, di viaggi, d’incontri ed esperienze, in cui Assagioli è in rapporto con alcune delle persone più geniali e illuminate dell’epoca (da Jung a Einstein, Hesse, Tagore, Keyserling, Buber, solo per citarne alcuni). In questi anni Assagioli giunge a definire la psicosintesi, profondendovi tutte le sue profonde intuizioni e le sue grandi aperture nei confronti delle scienze umane e delle discipline spirituali. Assagioli trasse molti spunti dal patrimonio dottrinale ed esoterico, ma filtrò ogni cosa attraverso la sua sensibilità occidentale, e da scienziato inquadrò il tutto in un sistema organico e coerente. Uno dei suoi grandi meriti è di avere tradotto in una visione comprensibile e accessibile anche per noi occidentali termini e concetti derivati dalle grandi discipline spirituali ed esoteriche.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale dà avvio ad un periodo particolarmente difficile per Assagioli: ebreo, è costretto ad abbandonare le sue attività, viene incarcerato con l’accusa di “attività pacifista”, per un certo periodo deve nascondersi in campagna, il figlio ha seri problemi di salute. Ma da questi anni difficili Assagioli trae feconde intuizioni, rafforzando la sua convinzione della necessità di educazione permanente, di crescita interiore, di atteggiamento costruttivo e dinamico verso il prossimo e la vita. Al termine della guerra con la famiglia si trasferisce a Firenze, dove riprende le sue attività stabilendovi la sede dell’Istituto di Psicosintesi. L’unico figlio muore nel 1951, e nonostante la dura prova Assagioli continua a diffondere e sviluppare la psicosintesi, continuando a viaggiare e tenere corsi, lezioni e conferenze. La psicosintesi ottiene riconoscimenti crescenti, nascono numerosi centri di psicosintesi in Italia e all’estero, e attorno alla figura di Assagioli incominciano a formarsi quelli che saranno gli allievi e i continuatori della sua opera. Roberto Assagioli muore serenamente nel 1974, nella sua residenza di Capolona, Arezzo.
Secondo Assagioli l’individuo è una inscindibile unità di componenti biologiche, psicologiche e spirituali, capace di sviluppare un orientamento cosciente e volitivo, dopo aver conosciuto e padroneggiato il proprio mondo inconscio. In realtà il nome completo della Psicosintesi dovrebbe essere Biopsicosintesi, proprio perché Assagioli intendeva, da vero precursore, pensare l’uomo nella sua completezza, contemplandone aspetti biologici, emozionali, mentali e spirituali, aspetto, questo, spesso mal visto dai vari orientamenti psicologici. Il pensiero assagioliano parte quindi dalla psicoanalisi classica per muoversi nella via della psicologia umanistica (Assagioli e Maslow ebbero scambi e interessi clinici in comune) ed infine su quella transpersonale, attivando la dimensione superiore dell’Inconscio. L’uomo viene visto come incompleto, teso alla propria realizzazione lungo un percorso esistenziale e spirituale che non ha sostanzialmente mai fine.
Assagioli ha ideato uno schema, detto Ovoide, in cui descrive la struttura della personalità umana e in cui si ritrova un’area centrale in cui hanno sede il sé personale e i contenuti di coscienza; l’area dell’Inconscio che viene suddiviso in inconscio inferiore (che si identifica con quello classico), centrale e superiore (dove hanno sede gli aspetti transpersonali dell’individuo) e l’inconscio collettivo (secondo Jung). Nell’inconscio superiore ha sede il Sé superiore o transpersonale identificabile con l’essenza cosmica e di cui è riflesso il sé personale. “La morte mi appare soprattutto come una vacanza. Ci sono molte ipotesi sulla morte e l’idea della reincarnazione mi sembra molto sensata. Non ho alcuna conoscenza diretta della reincarnazione, ma la mia credenza mi mette in buona compagnia con milioni d’orientali, con Buddha e con molte atre persone in Occidente. La morte è la parte normale di un ciclo biologico. E’ il mio corpo che muore, e non tutto di me. Quindi non mi preoccupo troppo. Potrei morire stasera, ma accetterei volentieri qualche anno in più per fare il lavoro cui sono interessato e che penso potrebbe essere utile ad altri. Io sono, come dicono i francesi, disponable, a disposizione. Anche l’humour aiuta, e il senso delle proporzioni. “Io sono un individuo su un piccolo pianeta, in un sistema solare, in una delle tante galassie”.
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