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Il Viaggio

GIORNO 1 (23/08/2020)

Ore 7:00. Suona la sveglia. Mi sembra prestissimo eppure il sole è già pronto ad illuminare i vigneti sulle colline di Gambassi Terme, Toscana, Italia. Con un po’ di fatica mi alzo dal letto e cerco di mangiare un biscottino, prima di mettermi lo zaino in spalla e partire per il mio primo pellegrinaggio. Esatto, oggi sono una pellegrina, ma non ho ancora sperimentato cosa voglia dire essere un pellegrino. Una nuova avventura sta iniziando, sarò all’altezza? Con questa curiosità e queste emozioni è iniziato per me un piccolo viaggio di 4 giorni, un pellegrinaggio di 89 chilometri fra le colline senesi condiviso con mia mamma e mia sorella. Questo viaggio mi ha portato ad importanti osservazioni, domande, risposte. Un viaggio che mi ha fatto riscoprire la bellezza del mio personale viaggio quotidiano con me stessa, di quanto ci sia sempre da imparare e di quanto sia bello il poter camminare e compiere dei piccoli passi ogni giorno della propria vita. Ci avevi mai pensato? Riesci a “vedere” la tua vita quotidiana come un viaggio? Ti senti in movimento? Se si quando è iniziato questo viaggio? Il mio viaggio è iniziato col tennis. Amo così tanto questo sport e gli sono così grata, non tanto per i risultati ottenuti o per i premi vinti, ma proprio perché è stato lo strumento grazie al quale sono riuscita ad incamminarmi sin da giovane verso la scoperta di me stessa. Il desiderio di migliorare come giocatrice e di competere al mio massimo livello di gioco, mi hanno dato la spinta iniziale per voler essere la miglior persona che posso essere e per vivere la vita che desidero, spingendomi a realizzarmi anche e soprattutto fuori dal campo da tennis. Un viaggio che non finisce mai!

Ore 10:00. Sono stremata! Lo zaino sembra pesare 50 chili e il sole inizia a picchiare forte. Troviamo un agriturismo aperto sulla strada e ci fermiamo a bere e mangiare. Ecco il primo insegnamento ricevuto nella giornata di oggi: qualche biscotto ed un bicchiere d’acqua non sono la colazione adatta per affrontare al 100% la giornata. Arianna, Arianna… C’era bisogno di sbatterci il muso? Dopo tutti gli anni in cui hai curato e studiato l’alimentazione, davvero pensavi che questa colazione potesse darti la carica? Avevo evidentemente sottovalutato la situazione e non ero stata molto centrata nello scegliere i prodotti giusti. Ti capita mai di fare questo stesso errore? Quante volte nell’arco della settimana ti tocca alzarti molto presto e magari, invece di fare una bella colazione, decidi di sgranocchiare la prima cosa che hai a portata di mano o di bere addirittura solo un caffè? Penso che capiti a tutti ogni tanto… Ecco, credo che sia fondamentale dare al cibo la giusta importanza: siamo ciò che mangiamo. Nel corso degli anni ho sperimentato tutto a colazione: corn flakes e latte, frutta fresca, pane e marmellata, toast con formaggi e uova, muesli con frutta secca e chi più ne ha, più ne metta. Ma la mia colazione “da gara” in occasione di giornate per me importanti è sempre stata quella che forse per voi sarà l’unica mai provata: riso e verdure. Esatto! Una ciotolina di riso (a volte anche miglio) con delle verdure cotte e magari anche un cucchiaio di legumi. Spesso è l’avanzo della sera prima. Sta di fatto che la trovo spaziale! Mi sazia e mi dà il pieno di energie per affrontare al meglio la mattinata, e ne ho avuto la prova durante il giorno 2, 3 e 4 del pellegrinaggio ? Qual è la tua colazione top?

Ore 13:00. Finalmente ci siamo, entriamo a San Giminiano, la nostra meta di oggi. Il paesaggio è bellissimo, ma dopo 5 ore di cammino sotto il sole, 13 chilometri percorsi, con 900 metri di dislivello, il nostro unico desiderio è di trovare un posto ombreggiato, togliere lo zaino dalle spalle e sederci. Così, tutte sudate e doloranti, entriamo in un ristorante e ci sediamo al primo tavolo che incontriamo per mangiare. Dopo un’oretta abbiamo finito di mangiare e mi alzo per pagare. Penso di non aver mai sentito così tanto dolore tutto insieme alle gambe appena alzata da una sedia! La scena è stata comica… Nessuna di noi tre è riuscita ad alzarsi da tavola senza appoggiarsi alla sedia o fare smorfie intense di dolore. Ecco un altro insegnamento: l’importanza di fare riscaldamento e defaticamento prima e dopo la performance sportiva. Vi è mai capitato di giocare una partita lunga e faticosa e il giorno dopo di essere tutti rotti? Avevate fatto un buon riscaldamento e defaticamento in quella circostanza? Noi durante il primo giorno di cammino non ci avevamo proprio pensato, ed ecco che siamo state subito punite. Dal pomeriggio stesso ci siamo messe a fare esercizi di stretching (personalmente di stretching dei meridiani) per un’ora consecutiva, così come al mattino seguente appena prima di partire, e una volta arrivate a destinazione. Così facendo mi sentivo meglio e, se dopo la prima giornata il mio grado di stanchezza e rigidità era 10/10, dopo la seconda giornata potevo dire di essere 9/10, dopo la terza 8/10, e all’ultima tappa avevo addirittura energie per camminare ancora nei meandri di Siena ed ero notevolmente meno affaticata rispetto all’inizio. Nonostante i chilometri percorsi in queste giornate si sommassero…

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GIORNO 2 (24/08/2020)

Ore 6:00. Suona la sveglia. Con notevoli fitte ai polpacci e un mal di schiena insistente, mi alzo, faccio una buonissima colazione offerta dalla Coop con insalata di riso nero e verdure, preparo la zaino, faccio stretching e poi via, si riparte!

Ore 11:00. Fino a questo punto tutto bene: la tecnica con cui porto lo zaino sembra migliorata perché sento il peso maggiormente distribuito, le gambe un po’ si sono sciolte… Il problema era che ci stavamo sciogliendo anche noi!! Infatti il sole picchiava a 35 gradi dritto sulle nostre teste, che seppur provviste di cappellini, iniziavano a fumare. Da qui in avanti ogni 20 minuti sentivamo la necessità di fermarci per bere, e così facendo la meta si allontanava sempre di più. Siamo riuscite a raggiungere Colle Val D’Elsa alle 13:30, impiegandoci molto più tempo del previsto per percorrere i 13 chilometri della tappa odierna. Questo voleva dire solo una cosa: la partenza nei giorni seguenti dovrà essere ulteriormente anticipata per permetterci di camminare durante le ore più fresche della giornata e cercare di arrivare a destinazione prima di mezzogiorno. Quindi al bando la pigrizia: domani si parte prima dell’alba! Vi è mai capitato che la pigrizia o il poco desiderio di modificare le vostre abitudini o la routine quotidiana, vi creino delle difficoltà all’interno della stessa giornata? La sensazione che ho avuto quando la sera del giorno uno abbiamo stabilito di partire per la seconda tappa alle 7:00 del mattino, è stata: “è prestissimo, guarda te cosa mi tocca fare in vacanza. Già durante l’anno mi capita di dovermi alzare così presto per lavoro, mi rifiuto di svegliarmi ancora prima!”. Eppure me ne sono pentita dopo poche ore. Credo che l’esempio della sveglia sia solo il mio modo per chiedervi: a volte, nelle questioni più delicate ed a cui siete più sensibili, provate ad uscire totalmente dai vostri schemi per trovare soluzioni alternative e creative? Io ci provo? Me lo sono chiesta… Intanto dal giorno 3 la sveglia suonerà precisa alle 4:45, per essere in cammino alle 5:30 del mattino, ancora prima che sorga il sole, e vi garantisco che per me è stato decisamente uscire dagli schemi!

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GIORNO 3 (25/08/2020)

Ore 4:45. Suona la sveglia e le fitte ai polpacci sono meno dolorose dei giorni precedenti, è un buon segno! Fuori è buio e l’aria è frizzantina ma oggi ho decisamente voglia di camminare. Questo viaggio mi sta dando tanti insegnamenti, non vedo l’ora di scoprire il prossimo.

Ore 10:30. Siamo a buon punto, ottimo direi: la tappa di oggi prevede 15 chilometri con un dislivello di appena 400 metri (inferiore a quello dei giorni passati) e noi ne abbiamo già percorsi 2/3. Davanti a noi si è aperto il panorama e intravediamo la nostra meta di oggi: Monteriggioni. Così inizio a fremere per raggiungere la destinazione, mentre al contrario mia mamma continua a fermarsi per prendere il telefono col gps per controllare la strada ed i chilometri mancanti. Durante questo pellegrinaggio l’ha fatto spesso, forse perché era stanca e voleva darsi un obiettivo, e ogni volta chiedeva al suo navigatore: quanto manca? Quando arriveremo? Era snervante ed ora non ce la facevo più, avrei voluto nasconderle il telefono… Come mai questo atteggiamento mi infastidiva così tanto? Credo perché mettesse in luce la difficoltà a stare nel viaggio, nel qui ed ora. Perché a volte non riusciamo ad assaporare la bellezza del presente, ma siamo già proiettati al futuro? Perché il viaggio diventa secondario rispetto alla meta? Il piccolo insegnamento che traggo da questo episodio è che il viaggio è la vera meta della vita. Avere chiaro dove si vuole arrivare e quali sono i propri obiettivi è importante, ma credo che il percorso ed il viaggio che si compie per raggiungerli sia molto più ricco di emozioni, di gioie, di esperienze, di insegnamenti, di condivisioni, di conoscenza e di spiritualità, rispetto alla meta. Per questo è bellissimo godersi ogni momento del cammino, senza pensare eccessivamente o ossessivamente a dove ci porterà.

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GIORNO 4 (26/08/2020)

Ore 4:45. Suona la sveglia. Oggi sarà la giornata più dura: 21,5 chilometri, 500 metri di dislivello, ma io sono felice di mettermi in viaggio!

Ore 6:30. Il sole sta sorgendo proprio mentre siamo su una collinetta nel mezzo delle nuvole basse create dall’umidità; totalmente immerse nella natura, tutti gli elementi erano presenti: la terra sotto i nostri piedi, l’aria pungente, il fuoco del sole che si irradiava nei campi per la prima volta nella giornata di oggi, l’acqua presente nell’umidità che ci si attaccava alla pelle. Era bellissimo. Il nostro pianeta è bellissimo così com’è, senza contaminazione. Sono nel viaggio… sono felice!

Ore 11:30. Cerco di esprimere tutta la mia positività con le mie compagne di viaggio. Ormai è da un’ora che sono stremate e io le incito costantemente, le motivo e le tengo su di morale. Mia mamma e mia sorella però non ce la fanno proprio più. Così sperimentiamo un’altra cosa nuova: l’autostop! Troviamo una gentilissima signora che si offre di portarci a destinazione, le mie compagne accettano, io no. Desidero terminare il pellegrinaggio e visto che ho ancora energie scelgo di continuare da sola. So che ce la posso fare! Vi è mai capitato di rinunciare a qualcosa soltanto per la paura di rimanere da soli? Credo che nella società moderna uscire dagli schemi sia molto difficile, perché veniamo bombardati di informazioni ed influenzati in mille modi quotidianamente. A volte è più facile rimanere nella massa e nascondere quelle che sono le proprie idee, i propri desideri e i propri pensieri. A me è capitato diverse volte di non volermi esporre per svariate paure, ma credo che il coraggio di osare vie nuove, creative e a volte diverse da quelle accettate dalla società, sia un’arma vincente! Uscire dagli schemi e dalla comfort zone ti porta a conoscere realmente quelle che sono le tue potenzialità, i tuoi bisogni e i tuoi desideri. Durante il viaggio della vita ci vengono offerte molte opportunità dall’Universo e il nostro modo di porci, di vederle e di scegliere fa la differenza. Ognuno di noi è diverso, ognuno ha le sue verità, ognuno è importante. Questo è quello che ho imparato tutte le volte che ho trovato dentro di me la forza per essere autentica e quindi “diversa” dagli altri. Inoltre essere insegnante mi porta sempre di più a vedere che non esiste una sola via, esiste la via di ognuno di noi… E quando vedo un allievo che per la prima volta impara una determinata abilità “a modo suo”, allora sono felice di vederlo esprimersi con naturalezza: così è se stesso! Così è Sport Olistico®!

 

GRAZIE

Arianna Magagnoli

Master Reiki – Maestra di Educazione Sportiva Olistica®

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