Qui di seguito un estratto della Tesi di Domiziana Cardinali elaborata in occasione del Corso di Mental Coaching, organizzato presso l’Università Bocconi di Milano, dalla Società Sportiva Bocconi Sport Team in collaborazione con i Docenti/Coach Amanda Gesualdi ed Alberto Biffi.
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… Ho dedicato tutta la mia vita all’equitazione, ho combattuto per difendere questo mio lato della vita, ho rinunciato a molto della vita di un’adolescente, ho rinunciato alla spensieratezza per avere sempre l’occasione di mettermi alla prova, di crescere nel mio mondo sportivo. Ho scelto di dedicare corpo-mente-tempo ai cavalli. Proprio grazie ai miei compagni sportivi ho imparato a sentire, ascoltare profondamente, e percepire così da inquadrare le emozioni. Sento attraverso la sensibilità dell’asseto, percepisco attraverso lo sguardo e la dinamicità del ritmo del movimento delle andature del mio cavallo. Salendo in sella o stando a contatto con i cavalli impari a interagire con un soggetto vivente che non parla, ma è più che capace di trasmettere le sue sensazioni. È sensibile al punto di capire il tuo stato d’animo.
Questo per dirvi che in quel mio sguardo percepito allo specchio ho preso consapevolezza del più grande cambiamento fino a oggi: ho scelto di dire arrivederci all’equitazione per intraprendere un nuovo viaggio che accresca la mia responsabilità, la mia indipendenza, la mia autostima. Ho scoperto in questo stage di 6 mesi una nuova passione, una passione che nasce nel mondo del business, del lavoro, precisamente con Intesa Sanpaolo formazione e con il responsabile, Giuseppe, che mi ha accompagnato in questa nuova avventura, che oggi 13 aprile si sta concludendo, ma che rappresenta la fine di un capitolo per iniziarne uno nuovo, più lungo. Una notizia che mi ha resa felice gioiosa come la bambina che quando a 7 anni incontrò per la prima volta lo sguardo di un cavallo, se ne innamorò e fece di quel sentimento la sua più grande vittoria fino a oggi. Questa è la mia più grande trasformazione.
Una trasformazione che trova origine nel Coaching, così da viaggiare nel mio Io più profondo, esplorando le mie risorse, dando più importanza e forza a quelle che già conoscevo e allo stesso tempo scoprirne delle nuove. Un modo di conoscermi nuovo, unico che mi ha cambiata, mia ha reso la Donna che voglio diventare, salutando la ragazza di qualche tempo fa. Il Coaching è un percorso su misura per ognuno di noi, basato su regole generali ma che va a modellarsi, va a prendere forma sulla tua personale figura, sul tuo essere vero e profondo. Non c’è quindi un segreto, una regola precisa e uguale per tutti da seguire, che possa permettere di raggiungere il successo. Perché ognuno di noi è diverso e proprio da questa diversità nasce la nostra potenza il nostro personale successo, che se condiviso con chi ci circonda può migliorare ogni cosa.
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Ero in gara, in Francia all’Internazionale di Saumur. Avevo da affrontare le prime due prove, il dressage e il salto ostacoli. Era l’ultima giornata di gara, mi aspettava il cross country, la prova in cui io sono più forte tra le tre, insomma il mio cavallo di battaglia. In quel periodo ero in forte disaccordo, contrasto, con il mio ex istruttore. Erano avvenute delle situazioni in cui eera venuta a mancare la fiducia nei suoi confronti, e questo mi fece allontanare dal mio focus. Ero completamente assente, non sentivo mia quella gara. Non ero motivata, non ero felice, insoddisfatta nel complesso. Avevo fatto la ricognizione del cross 4 volte, ma non riuscivo comunque a entrare nel mio mood di gara, sapevo tutto alla perfezione, ma era fortemente accesa questa mia sensazione negativa. Era la combinazione dove sentii completamente la rottura con il mio istruttore. Dove la mia mente aveva detto in quel punto, in quel momento della ricognizione che avevamo fatto insieme, stop io non ti riconosco più. Non riuscivo a vedermi con il mio cavallo saltare i due elementi della combinazione. È tempo di salire in sella, via il campo prova sereno vado al box di partenza e non c’era! Non c’era la mia solita adrenalina, non era in me quella volontà quel desiderio ardente di partire e divertirmi dando il massimo di noi. Ero vuota.
Bene per tutto il percorso, senza errori, 14 secondi dentro il tempo prescritto, perfetto perché mancava solo poco più di un minuto, arrivo lì a quella combinazione. E li non la preparo, non organizzo la situazione lascio che tutto scorra. All’ultimo dopo aver affrontato il primo elemento della combinazione il talus a salire ho realizzato che avrei dovuto organizzare prima il tutto, riordinare il galoppa accorciarlo, far capire a Oleg che non era uno solo l’ostacolo da affrontare, ma bensì due, per di più non in dirittura ma a tre falcate girando verso ssinistra, entrare nel ritmo giusto, essere un tutt’uno con lui. Ma per colpa mia, per la mia distrazione non è accaduto. Ho fatto un’azione brusca all’improvviso, il filetto, morso del cavallo, si spostò e recò dolore a Oleg che in un secondo si blocco impaurito. Allora subito realizzai il mio errore, rasserenai Oleg girai e affrontammo bene il salto. Dopo di che tornai a essere me stessa, mi risveglia da quella situazione di differenza e finimmo la gara senza altri errori. Dentro me sentivo un forte senso di rammarico, dolore nei confronti di Oleg perché non gli avevo dato il massimo, ma avevo spostato il mio focus su ciò che per me era negativo e l’avevo riversato su di lui, sulla nostra performance.
Questo mi ha insegnato che non voglio permettere a nessuno di influenzare il mio essere, le mie emozioni, la mia concentrazione. Perché questo vuol dire allontanarmi dai mei sogni, dai miei obiettivi, e non dare, fare il massimo. Tutto dipende da me, dal visualizzare positivamente la performace e concentrarmi su ciò che è realmente utile per qualsiasi tipo di performance io stia affrontando.
… Sono passati due mesi dall’ultima gara. La gara della mia presa di consapevolezza. Oggi siamo ai Campionati Italiani di Completo. A fronte di questa gara ho svolto allenamenti intensi, potenziato l’unione con il mio cavallo, ho dedicato le mie giornate in preparazione di questa gara. Un obiettivo avevo, la nostra rivincita con conseguente vittoria del campionato. Una gara iniziata bene con la prova del dressage, il miglior cross della gara, eravamo terzi nella classifica provvisoria. Ed eccoci al giorno del salto ostacoli. Come ogni volta arrivo qualche ora prima dell’inizio della giornata, erano le 5.30, la giornata avrebbe preso inizio alle 7.30 con la seconda ispezione veterinaria. Sono concentrata, sento l’adrenalina la voglia di salire in sella e partire, superare lo start e saltare. Con me la musica, vado dal mio cavallo entro in box, e insieme sentendo la musica ci guardiamo, gli parlo, lo coccolo, può sembrare strano, ovvio non mi rispondeva con le parole, ma lui era lì con me. Mi ascoltava, mi era accanto, eravamo in due ad essere forti.
Ispezione veterinaria superata, ci prepariamo per il salto, tutto è pronto, siamo solo noi, io, lui, mio papà ai box, il mio istruttore mi chiama e via si sale in sella. Arrivo al campo gara, c’era tanta gente tanti cavalli che lavoravano e si riscaldavano con i propri cavalieri per effettuare l’ultima prova della gara. Ero la terzultima a entrare, ordine inverso alla classifica provvisoria. Tutto è pronto, è il momento, salto l’ultimo ostacolo prima di andare in campo gara, guardo il mio istruttore e dico, vado. Prima di entrare in campo gara vedo mio papà, gli accenno un sorriso e vado. Entro nell’arena, il sole sopra di noi, la gente applaude e parte la musica perché quello prima di me aveva fatto un percorso senza errore. Ma non mi importava, perché a un certo punto tutto intorno a me è silenzioso, drinn la campanella suona e via si parte.
Ogni singolo salto l’ho vissuto con la fermezza, la testa e il cuore che batteva forte, ma tutto era sotto il mio controllo, ero lì completamente attenta e focalizzata a affrontare ogni singolo salto, uno dopo l’altro, fino alla fine. E si, è partita la musica anche per me. Ero felicissima sorridente subito sono tornata nel mondo reale o meglio sono tornata a sentire il pubblico, i miei genitori, il mio istruttore (nuovo ma che già conoscevo). Ero felice ma appena uscita sono andata a passeggiare lontano dal campo gara, ho aspettato la fine, e quando anche gli ultimi due cavalieri avevano terminato la loro performance, vedo gli amici, i genitori, il mio istruttore, correre da me gridandomi: “sei Campionessa Italiana!!!!”
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Domiziana Cardinali, Mental Coach (di Primo Livello)
domicardinali@hotmail.it